L’esperienza del viaggio nell’era della condivisione

Share, condividi, partage si ripete nelle nostre menti come un’ossessione, capo chino e sguardo fisso sullo smartphone è la nostra posizione di viaggio, quello che ricerchiamo è una connessione wifi e i nostri compagni sono più di mille e mettono like ai nostri post.

Lo zaino del viaggiatore geek ha assunto le dimensioni di uno smartphone, non ha più tasche ma applicazioni, ognuna delle quali dovrà svolgere una funzione che lo aiuti a rendere la sua esperienza di viaggio unica e condivisibile. TripAdvisor, Trivago, Expedia, Booking, BlaBlaCar e AirBnb sono soltanto alcune delle realtà digitali che oggi fanno si che il viaggiatore possa pianificare il suo viaggio semplicemente con un tap ed uno scroll sullo schermo. Come dimostrano i dati raccolti dalle insights di TripAdvisor, le ultime tendenze nel settore turistico vedono in forte crescita il turismo esperienziale. Il viaggiatore nel 2017 parte per esperire e la scelta della destinazione e della struttura ricettiva ruota attorno alla possibilità di poter sperimentare qualcosa che non potrebbe trovare altrove. Sebbene in Italia questa forma di viaggio risulti essere ancora in fase embrionale e non del tutto nota ai più, sono ormai tantissime le strutture che richiedono consulenze per rendersi competitive e rinnovare il proprio business model.

Le foto ed i video delle vacanze postate sui social sono tra gli elementi più ricercati da un consumatore che desidera “vedere” più che leggere un feedback su una struttura o una destinazione, ed è per questo motivo che gli enti del turismo, i tour operator e le agenzie di comunicazione investono su Blog ed Instagram Tour.

Instagram ha 700 milioni di utenti ed è la più grande realtà digitale della condivisione fotografica con una media di 95 milioni di foto e video caricati ogni giorno e, oltre ad aver cambiato il modo di fare fotografia, si è reso anche una grande vetrina per le località turistiche.  La possibilità di ricercare all’interno dell’applicazione usando #hashtag tematici, nomi utenti o sfruttando la funzione del geotag che opera come una mappa digitale, permette di trovare contenuti adatti e diversificati alla nostra ricerca. La flânerie contemporanea si muove tra le gallery degli instagramers, il più delle volte etichettati come influencer, e dei travel blogger che sono i reali attori dei tour di promozione territoriale. Realizzare un Instagram Tour e scegliere le figure che dovranno raccontare quel luogo, hotel, ecc., è la fase più importante dell’intera progettualità e che a posteriori farà parlare di tour ben riuscito. I visual storyteller che verranno scelti, cioè quelle persone capaci di raggiungere un gran numero di utenti sui social attraverso i loro contenuti, realizzeranno un vero e proprio racconto di viaggio dove la carta e la penna verranno sostituite dalle bacheche social. Il viaggio quindi verrà in(quadrato) nelle foto su Instagram e riassunto in un blog post.

La mobile photography gioca sicuramente un ruolo fondamentale in questa tipologia di esperienze perché permette al viaggiatore di scattare, editare, postare e portaci con sé durante tutto il tour, semplicemente cambiando applicazione.

La possibilità di comunicare visivamente e interagire con commenti o semplicemente con un like con utenti local e non, fa sì che la foto non resti soltanto un ricordo di viaggio, ma diventi il vero strumento di connessione tra le parti. A questo punto, la scelta dei luoghi da condividere può essere dettata da logiche di condivisione o da logiche di sottrazione dell’esperienza. L’utente si pone nello spazio non soltanto come fruitore della realtà, ma come architetto dei luoghi digitali. L’Instagramer si trova a vivere nello stesso spazio, secondo percezioni differenti: la prima, cioè quella vissuta realmente, gli permette l’esperienza completa dei luoghi; la seconda, cioè quella digitale, amplifica o sottrae parti del reale perché prodotto dettato da una scelta comunicativa. Gli Instagram Tour, gli Instameet e le Instawalk sono soltanto alcuni degli esempi più importanti di promozione territoriale realizzati dal network degli Igers, fondato nel 2011 da Philippe Gonzalez.

Si sviluppano così progetti a più voci e canali di comunicazione, favorendo la crescita e lo sviluppo del territorio secondo i valori della condivisione e della comunicazione visuale. Il Mobile Photographer o Iger o Visual Storyteller, ha a disposizione un intero profilo personale in cui esprimersi, caricando contenuti di volta in volta differenti che racchiudono in sé momenti del quotidiano (quindi l’aspetto Social dell’app), oppure foto che abbiano lo scopo di raccontare e/o mostrare un territorio o un progetto artistico personale. In sintesi, come analizzato da Murat Germen, l’ubiquità e la costante connettività dovuta allo smartphone ci permettono di essere testimoni di Instant photo:

Instant eyewitness’ is another chief dimension; an instant photo is an instant evidence. You can use it  to document a car accident to prepare your claim for the insurance company, you  can  prove you  were at a certain location at a certain  time to answer questions of “where were you last …?”, you can start documenting the drastic physical changes in your neighbourhood and you can also join social/political movements by providing testimonial images that are not covered by main stream media.“

Il viaggio fotografico quindi sviluppa l’aspetto del turismo esperienziale legato al marketing ma anche l’aspetto artistico legato all’esperienza del singolo iger che diventa, di volta in volta, viaggiatore della e nella rete.

 

 

Per approfondire:

https://www.tripadvisor.it/TripAdvisorInsights/n2670/6-importanti-tendenze-di-viaggio-il-2016

Murat Germen, The unstoppable rise of mobile imaging and aesthetics, EVA London 2014 Electronic Visualization and the Arts Conference Proceedings, July 2014. Disponibile su Academia.edu al seguente link:  https://www.academia.edu/7636084/The_unstoppable_rise_of_mobile_imaging_and_aesthetics.

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